14 aprile 2011

PIERO JAHIER: PER VIVERE.

Mi è capitato di rileggere qualche giorno fa un volumetto di Piero Jahier, poeta delicato e sensibile del Novecento letterario italiano. Ho riscoperto e mi ha emozionato la sua grandezza nascosta nella sua semplicità di uomo e sublime poeta.

Piero Jahier nacque a Genova l’11 aprile 1884 e morì a Firenze il 19 novembre 1966.


“Ero terribilmente fiero della responsabilità della mia posizione di povero. Ritenevo che in una società savia, ogni uomo avrebbe dovuto iniziare la vita nella posizione di povero, per poter imparare a esser giusto. Ho avuto il coraggio di essere, anzitutto, un uomo comune che si guadagna il pane vendendo qualsiasi merce, all’infuori della poesia”. (Piero Jahier)

PER VIVERE

Per vivere dovevi sperimentare
per vivere dovevi essere ingannata.

Ora che hai fatto tutta l’esperienza
ora che sei pronta
ora che ti protegge tutta la diffidenza
e resta più solo vivere, anima formata,

o potersi sciogliere nell’innocenza!
O di nuovo poter essere ingannata!

Piero Jahier


Quando si è raggiunta una certa maturità, e le vicende della vita ci hanno insegnato tante cose, sovente rimpiangiamo gli anni giovanili della nostra inesperienza. Era facile allora trarci in inganno, ma almeno il nostro cuore era innocente e fiducioso, mentre ora siamo pronti alle scaltrezze e pieni di diffidenza verso il prossimo. Il poeta, in questa poesia quasi lapidaria, immagina di parlare alla propria anima formata, cioè esperta, protetta dalle diffidenza contro gl’inganni della vita. E rimpiange di averle fatto perdere la nativa innocenza; e vorrebbe tornare indietro, quando tutto e tutti gli ispiravano fiducia e la sua anima poteva essere ingannata.
Dicevano gli antichi che l’innocenza dà sicurezza al cuore. Sarà così?

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